Il “Decreto Crescita” ha introdotto rilevanti modifiche al regime fiscale di favore per i lavoratori impatriati, cioè per coloro che rientreranno in Italia per lavorare almeno due anni e che trasferiranno anche la residenza fiscale nel nostro Paese.

Il nuovo regime agevolato richiede la copresenza di tre condizioni:

  • il lavoratore non deve aver risieduto in Italia nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento;
  • il lavoratore si deve impegnare a risiedere in Italia per almeno due anni dopo il trasferimento;
  • il lavoratore deve svolgere la propria attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano.

Le novità di rilievo, rispetto alla precedente formulazione, sono le seguenti:

  • riduzione dell’imponibilità fiscale del reddito prodotto dopo il rientro in Italia, che passa dal 50 al 30%. L’agevolazione aumenta, infatti, dal 50 al 70%  e resta applicabile per 5 periodi d’imposta a partire da quello in cui si trasferisce la residenza  fiscale in Italia, ai sensi dell’articolo 2 del TUIR;
  • la percentuale di esenzione aumenta al 90%, determinando un imponibile pari al 10% del reddito di lavoro, nel caso di trasferimento della residenza in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna o Sicilia;
  • si rivolge a tutti i lavoratori dipendenti, autonomi e parasubordinati, non più solo a dirigenti o figure di elevata qualificazione o altamente specializzate;
  • l’attività lavorativa  può essere svolta non solo in aziende residenti in Italia o loro controllate, ma anche in multinazionali con sede all’estero;
  • i periodi d’imposta con residenza all’estero richiesti prima del trasferimento in Italia sono ridotti da cinque a due.

Sono stati previsti ulteriori cinque periodi d’imposta con imponibilità al 50% dell’ammontare dei redditi prodotti, in casi particolari come:

  • almeno un figlio minorenne o a carico e acquisto di un immobile residenziale in Italia, anche a nome del coniuge, del convivente o dei figli;
  • almeno tre figli minorenni o a carico, anche in affido;
  • trasferimento della residenza in regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia).